Trump e i suoi sostenitori, nel mondo e in Italia, dovrebbero vedere questo manipolo di poche centinaia di persone armate che hanno fatto irruzione nel Congresso degli Stati Uniti, in quel tempio della democrazia occidentale che è stato sempre da esempio in tutto il mondo.
Ora il Tycoon dice, dopo che la stalla è vuota e i tori imbestialiti, aizzati da lui medesimo, sono scappati: “Capisco il vostro dolore, so che state male, abbiamo avuto un’elezione che ci è stata rubata. Tutti lo sanno, soprattutto l’altra parte, ma ora dovete andare a casa. Serve pace. Serve legge e ordine”.
E proprio Trump che corre ai ripari. La guardia nazionale, da lui chiamata, volutamente tarda ad arrivare, per evitare spargimenti di sangue anche se ci sono già una donna grave e poliziotti feriti.
Con un partito repubblicano che lo sconfessa, con la doppia sconfitta nel ballottaggio in Georgia che elimina ogni possibilità di controllo della camera Alta sul presidente eletto, il destino, al qual Trump non vuole rassegnarsi, è definitivamente segnato.
In questo momento non ci viene altro che esprimere disgusto per come un uomo abbia portato una democrazia mondiale ad un livello sudamericano, come se fosse un paese che oppone il cambio di governo di un democratico contro con un dittatore uscente. Vergogna.