Continua l’azione delle lobby, in generale e di quelle nucleari in particolare.
A Taranto non ho capito male non solo, si produrrà acciaio usando idrogeno, ma diventerà una specie di “ valle dell’idrogeno”. A volte la storia e i risultati sono i migliori indicatori, per comprendere i reboanti annunci.
Sono trascorsi 18 anni da quando gli Stati Uniti lanciarono il National Hydrogen Energy Roadmap ,che aveva come obiettivo la sicurezza nazionale e la riduzione delle importazioni di petrolio.
Su questa strategia gli USA elaborarono, sempre nel 2002 il documento A National Vision of America ‘s Transition to a Hydrogen Economy, to 2030 and Beyond e su questo documento ,edito dal DOE (Dipartimento del governo degli Stati Uniti d’America responsabile dell’energia e della
sicurezza nucleare) seguito a ruota dal Fuel Cell Report to the Congress. Non solo gli USA ben 18 anni fa , ma anche il Giappone e nel 2003 la Unione Europea con l’atto
European Commission 2003. Fra il 31 ottobre 2003 e il successivo 27 novembre ben quattro convegni in Italia dal Kyoto Club, dal CNR insieme all’ENEA , al CIRPS ( Centro
Interuniversitario per lo sviluppo sostenibile ) al FAST di Milano. L’idrogeno non esistendo , in natura deve essere prodotto, immagazzinato, distribuito e utilizzato per generare energia.
Oggi come 20 anni fa il processo di produzione più diffuso è il reforming , in cui un combustibile fossile viene fatto reagire con il vapore di acqua generando idrogeno e
anidride carbonica. Evidente ,che produrre idrogeno generando anidride carbonica non sta in piedi oggi. La finalità principale nel rilanciato tema dell’idrogeno è la decarbonizzazione, in particolare del settore automobilistico.