MILANO – Tutto cominciò nel ’77 in via Brera, al Centro informazioni d’arte di Nencini, titolare anche della galleria Boccioni. Il settimanale “L’Europeo” aveva pubblicato un inserto sui trulli che andavano in rovina, autore Salvatore Giannella; e, con il grande pittore pugliese Filippo Alto, organizzai una serata sull’argomento, invitando a parlare fra gli altri il gastronomo Vincenzo Buonassisi, il fotografo Piero Raffaelli, Guido Le Noci – che nella sua “Apollinaire” aveva ospitato i più grandi nomi dell’arte contemporanea, tra cui Christo Javaceff – il direttore del settimanale della Rizzoli e il giornalista e scrittore Domenico Porzio, da pochi giorni tornato da Taranto, che descrisse con vivezza di particolari, nel bene e nel male.
Lambros Dose, architetto d’interni, gestore del Cif, introdusse la manifestazione con la lettura di una pagina di Paolo Grassi, tratta dal Libro “In Valle d’Itria cicerone di me stesso” di Pietro Massimo Fumarola. Mezz’ora prima della conclusione degli interventi, una sorpresa: alla chetichella, per non disturbare, mentre in un’altra sala si proiettava un documentario sulle tarantolate di Galatina, sfilò un corteo di collaboratori di Michele Jacubino, Chechele per tutti, proprietario del ristorante “La Porta Rossa”, pugliese purosangue, con assaggi di prelibatezze della nostra regione da offrire al pubblico, circa 400 persone.
