E’ russo. Sviluppato dall’Istituto Galameya di Mosca. Annunciato direttamente da Putin che per rafforzare la sicurezza ed efficacia del vaccino ha affermato che il vaccino è stato somministrato a una delle due figlie.
Aggiungiamo anche che averlo chiamato Sputnik V equivale a rievocare il primo lancio del primo satellite artificiale terrestre che, 93 anni fa, segnò il breve momento di superiorità tecnologica e scientifica della Russia. Certo che se funziona è una botta tremenda per tutte le case farmaceutiche e i centri di ricerca dell’occidente.
Il vicedirettore di OMS ha dichiarato che non ha ricevuto sufficiente documentazione tecnica per poter valutare il vaccino come OMS. Mosca ha replicato di aver seguito tutte le procedure necessarie per avere un vaccino sicuro e che 20 paesi tra cui Brasile, Indonesia e Emirati arabi ne hanno ordinato un miliardo di dosi.
Pesa la dichiarazione fatta dal massimo esperto USA Fauci sui vaccini cinesi e russi. Disse “ non li useremo mai” perché i test non sono considerati sicuri. Tutti i titoli legati a industrie impegnate a produrre il vaccino hanno segnato delle perdite.
Il vaccino russo è stato prodotto con la biotecnologia denominata “ vettore virale”. La procedura consiste nel “ montare” un gene del coronavirus su un altro tipo di virus , il vettore virale. Il gene usato è quello che “elabora” la proteina virale Spike che funge da chiave d’accesso ai recettori Ace2 del nostro organismo. Di vettori virali ne esistono di due tipi: capaci di auto-replicarsi (come nel caso del vaccino contro Ebola) e non capaci di auto-replicarsi.
Il vaccino russo prodotto utilizzando la biologia molecolare e le tecniche di manipolazione del DNA è comunque da verificare per ciò che riguarda sicurezza ed efficacia. Intanto i casi nel mondo continuano a crescere. Sono 20,2 milioni gli infettati totale e 740 mila i decessi. L’Italia ha 58 morti ogni 100 mila abitanti (trascurando il numero oscuro dei decessi non registrati), 46 gli Stati Uniti. Solo Belgio, Regno Unito e Spagna hanno avuto più morti per abitante dell’Italia. Germania 11 per 100 mila abitanti.