Un dato emerge in questa pandemia: il virus non si combatte con la democrazia, vince la Cina, che esce fuori dal Lockdowm perché è uno stato autoritario, mentre tutto l’occidente è alle prese con raccomandazioni infinite, chiusure mal digerite, proteste di piazza.
Mentre è chiaro che non possiamo rinunciare alla democrazia, pur tuttavia le restrizioni, che ne rappresentano il confine, vanno viste come l’ultima spiaggia.
Al di là dei casi limite di questa nuova ondata, in numeri certamente più importanti, ne va sottolineato l’impatto diverso. Nel mese di marzo il numero era di 900 morti al giorno, era davvero bollettino di guerra totale.
Oggi il 94% resta a casa e quel 5,6 che occupa la sanità non è, a detta di numerosi ospedali, in condizioni preoccupanti e lo zero, che occupa la rianimazione è grave, dal punto di vista logistico, solo nelle realtà impreparate a gestire questi numeri, ma 992 ricoverati su 169mila (dati di ieri) non dovrebbero in teoria preoccupare tuttavia mancano, in alcuni casi, anestetisti. Ma resta quello che ha scritto il nostro Venosi nell’editoriale di ieri a proposito della curva epidemica che non può essere sottovalutata, insomma allarme e non allarmismo, secondo la nostra cultura.

Nelle schede si presentano i numeri della realtà, la suddivisione dei casi vede sempre un dato, il 94% presso il domicilio che è cristallizzato fin dal mese di maggio. Questo, da punto di vista statistico, si chiama costante, che in qualche modo dovrebbe, lo diciamo col beneficio di inventario non essendo esperti, rappresentare una minore aggressività. Ma sarebbe interessante che qualcuno ce lo spiegasse.

Mentre è più chiara la situazione del paese, riguardo ai numeri. Non vi sono più zero presenti in rianimazione, ma abbiamo sei regioni con meno di 10 ricoverati (Trentino, Calabria, Val d’Aosta, Basilicata, Molise) e sette con ricoverati fino a 50 (Liguria, Puglia, Marche, Abruzzo, Friuli, Sardegna, Umbria). Insomma la stragrande parte del paese non è aggredita, finora dalla seconda ondata. Questo il resoconto di oggi.